Perché Pablo

Pablo non esiste.

Pablo è il suo stesso Sogno. Quello di chi, molti anni fa, ha iniziato a crescere con quella musica italiana d’autore che gli era stata compagna fin dall’infanzia e che l’aveva presto spinto ad imbracciare un’urgente chitarra da osteria. Quello di chi, molti anni dopo, ha iniziato a domandarsi cosa fosse passato, cosa fosse rimasto di quelle canzoni che avevano saputo rappresentare così bene il suo tempo ormai andato.

Cosa era stato veramente capito? Pablo si fa i conti e giunge alla conclusione che probabilmente molto poco o forse nulla era stato preso sul serio, perché i temi orrendi non sono assolutamente cambiati se non in peggio e che con il passare degli anni sembra praticamente scomparsa anche la voglia di denunciarli. Allora Pablo pensa di riprovarci, di prendersi in mano quel patrimonio e di riproporlo, magari parlandone insieme. Riflettendoci insieme.

Il suo Sogno gli impone una scelta acustica, più intima, per dare il massimo risalto all’aspetto letterario delle opere. Per condividere quei fatti quasi si fosse intorno ad un tavolo dopo una buona cena. Tra amici che bevono secondo misura.

E considerati i tempi in netto deterioramento, Pablo decide anche di scrivere le sue canzoni, di pubblicare il suo racconto di quanto succede oggi.

Pablo è un Sogno e vuole essere il sogno di chi ha ancora voglia di parlare, nonostante tutto.

Il Sogno è Pablo.